Io speriamo che celiacavo

da | 12 Set, 2022 | Storie senza glutine

Anna Morini, giovane e simpatica docente di Città di Castello, curatrice della sua pagina Instagram “Io speriamo che celiacavo”, inizia la sua intervista in maniera simpatica dicendo che persino il suo gatto è intollerante al glutine.

Quando hai scoperto di essere celiaca? 

Ho avuto la diagnosi di celiachia 20 anni fa ed è stata una diagnosi molto travagliata, avevo infatti tutti i tipici sintomi della patologia, ma all’inizio il mio medico associò tutto esclusivamente ad un forte stress. Le analisi cliniche anche avevano dato esito negativo e io nel frattempo continuavo a stare male e perdere peso. Dopo due anni ho effettuato una gastroscopia ed è risultato un totale appiattimento dei villi intestinali. Da lì, finalmente, ho ricevuto la diagnosi.

AM

Quando nasce la tua pagina Instagram?

La mia pagina Instagram “Io Speriamo Che Celiacavo” è stata aperta 2 anni fa con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per la ricerca di locali gluten-free, soprattutto pasticcerie e fornerie. 

AM

Cosa è cambiato rispetto a prima della diagnosi?

Nulla, se non la mia felicità. Avevo perso molto peso e non ero serena, non esistono farmaci per curare la celiachia, ma la soluzione per curarla è data unicamente dalla dieta. La diagnosi per me ha rappresentato la rinascita. 

AM

È importante che le persone siano informate? E soprattutto è importante educare i bambini e i ragazzi nelle scuole?

Essendo un insegnante ho toccato con mano che cosa significa. I bambini spesso affrontano la diagnosi di celiachia meglio degli adulti e a tal proposito sottolineo l’importanza di realizzare dei progetti inclusivi a tema nelle scuole. Bisogna lavorare molto sulla corretta informazione nelle scuole, si può partire dalla sensibilizzazione del bambino sul tema per arrivare poi all’adulto. Il problema della scarsa inclusione è emerso anche nelle mense scolastiche. È importante sfruttare i social, per fare corretta informazione e divulgazione. Bisogna quindi prestare molta attenzione a chi fa girare informazioni scorrette e soprattutto a chi si improvvisa esperto e fa diagnosi online. Per l’alimentazione fuori casa è necessario garantire maggiore inclusività (non ci si deve sentire ghettizzati o diversi). C’è la necessità di locali gluten-free dedicati o comunque di un doppio menù per avere la possibilità di scelta, sempre. 

AM

Come nascono il nome della pagina e la pagina stessa? 

Durante un viaggio di Igers a Matera. Tutti i partecipanti dopo un pasto furono infettati da Salmonella, io fui l’unica ad essere “risparmiata” perché essendo celiaca avevo mangiato cose “diverse”. Mi suggerirono di aprire una pagina. Di lì a poco scoppiò la pandemia legata al Covid e in quel lasso di tempo mi sono potuta dedicare alla creazione di contenuti e a confrontarmi con gli altri utenti per raccontare la mia esperienza. Il mio obiettivo è che venga “normalizzata” l’alimentazione, che sia vissuta con serenità, senza necessariamente essere sempre condizionati dall’uso e consumo di prodotti iper-lavorati e confezionati. Cosa molto importante: la mia pagina è totalmente gratuita.

AM

Io speriamo che celiacavo

https://www.instagram.com/io_speriamo_che_celiacavo/